Incontro con Gianfranco Dodesini, co-produttore del nuovo album insieme alle edizioni Paoline
Gianfranco Dodesini è un professionista che vive ed opera nella provincia di Bergamo. Negli ultimi anni ha organizzato alcuni dei concerti di Juri Camisasca e, oggi, ha deciso di supportare la produzione del nuovo album “Cristogenesi” in uscita il 19 novembre per le edizioni Paoline.
Ci puoi raccontare come hai conosciuto la musica di Juri Camisasca?
“Ho conosciuto la musica di Juri nel 1988 dopo la pubblicazione di “Te Deum”. Seppi dell’uscita del disco perché giovane fan di Franco Battiato che annunciò di aver pubblicato, tramite la sua neonata casa editrice, alcuni libri e dischi. Tra cui il “Te Deum”. Non appena posai la puntina sul vinile fui come trasportato in un mondo per me allora sconosciuto dove il canto gregoriano si conciliava bene con la musica elettronica. Non fu però da me percepita come una delle tante operazioni commerciali fatte per vendere i dischi di musica sacra, soprattutto nel periodo natalizio. Compresi che c’era qualcosa che andava più in profondità e la cosa mi colpì molto. L’atmosfera che quella voce e quei suoni creavano era puro nutrimento per lo spirito e mi trasportavano verso uno stato di calma e meditazione”.
Cosa ti ha spinto ad organizzare concerti di Juri?
“Ti confesso che dietro ad ogni concerto c’è sempre stato un senso o il desiderio di celebrare qualcosa o qualcuno. Non nascondo che anche l’entusiasmo che suscita nei suoi collaboratori è importante.
Quello che Juri propone durante i concerti di solito lascia un segno nelle persone che assistono allo spettacolo. Le canzoni proposte di solito vanno a completare un mosaico fatto di canto preghiera e spiritualità. Senza tralasciare la qualità degli arrangiamenti che i musicisti che lo accompagnano sanno eseguire molto bene. Sono rimasto stupito dalla richiesta di prenotazioni che, ahimè, non siamo riusciti a confermare a causa della limitazione nel numero di spettatori, durante l’ultimo concerto ad Albino”.
Per il nuovo CD, hai deciso di sostenere la produzione. Che impressione hai avuto dall’ascolto dei brani e dalla giornata trascorsa in sala di incisione?
“Ascoltare i brani di un nuovo album tutti insieme è come vedere dall’esterno una nuova cattedrale o un’opera architettonica che dir si voglia. Ci si fa una prima impressione. Poi man mano che ci si avvicina si scoprono i particolari, la qualità dei materiali, le finiture. L’esperienza della sala d’incisione è unica e totalizzante. Ci si immerge nei flussi sonori e nei timbri vocali e si resta come incantati. Ho avuto l’impressione che Juri stia raggiungendo la sua realizzazione musicale. Beh… sulla qualità dei pezzi corro il rischio di essere di parte. Lascio il giudizio a chi deciderà di acquistare il nuovo cd e di ascoltarne i brani”.
Perché pensi sia davvero importante fare conoscere la musica ed il pensiero di un artista come Juri?
“Questa è una domanda impegnativa ma tenterò di dare comunque una risposta. Penso che Juri sia un esempio vivente di chi ha cercato di realizzare nella propria vita la parabola dei talenti. Oltre ad essere un musicista, non dimentichiamo che ha scritto icone bellissime pur vivendo la maggior parte della vita nella solitudine e nel silenzio. E questo penso non sia stato facile per lui: “la sofferenza in me ha scavato in profondità” recita il testo di una sua canzone. Importante è sapere che esistono ancora oggi “uomini straordinari” e che sono tra noi. Basta volerli cercare e si troveranno”.
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