La finestra dentro è il primo album in studio di Juri Camisasca, pubblicato dalla Bla Bla nel 1974.
Testi e musica di Juri Camisasca.
Lato A
Un galantuomo – 4:38
Ho un grande vuoto nella testa – 3:45
Metamorfosi – 4:40
Scavando col badile – 6:00
Durata totale: 19:03
Lato B
John – 6:45
Un fiume di luce – 2:10
Il regno dell’Eden – 9:50
Durata totale: 18:45
Juri allora ha solo 23 anni e, a parte due singoli del ‘75, rimane l’unica opera per 14 anni, come una meteora. Sono canzoni dai testi irruenti e kafkiani e impossibili da inquadrare stilisticamente, se non nel contesto della beat generation, di Kerouac, o nel mito di Woodstock di Hendrix. Camisasca colpisce soprattutto per l’intensità espressiva del suo modo di cantare, tra il timido e il selvaggio, l’alienato e lo sconvolto. Quasi ingenuamente dipinge in maniera terribile e personale il disagio esistenziale. Lo stesso disagio che da lì a pochi anni lo avrebbe portato a ritirarsi in un convento benedettino.
“Non le rinnego, perché fanno parte della mia storia, le porto nelle ossa ma… sembra che sia un’altra persona a cantarle!” Tuttavia in questo esordio si anticipano temi che Camisasca approfondirà con gli anni. Come ammette lui stesso di Un galantuomo nel libretto del CD (ristampa 1991): “Quei topi cui mi riferivo erano i pensieri. ‘Nel mio corpo ci sono delle fognature e tutti le chiamano vene ma dentro ci sono dei topi che corrono’. Dipingeva il mio stato di allora; la situazione di disagio che vivevo era causata dai pensieri negativi e io avevo dato quella connotazione: i topi. Adesso ho scritto un altro motivo molto simile, La nave dell’eterno talismano, e dico: ‘I pensieri non danno pace, disturbano la mente, guardali passare come degli aeroplani in volo, non fermarli, lasciali dissolvere…’ E’ la stessa canzone vent’anni dopo.” Viene da chiedersi se scrivendo Un fiume di luce avesse già in cuore la fiamma che avrebbe dato valore alla sua esistenza: “In questo istante la mia mente fa amicizia con la Luce. M’illumina per la prima volta in vita mia.”